“Zampata” della Brambilla: congresso posticipato

Tempo di lettura: 4 minuti

Michela Vittoria Brambilla ce l’ha fatta. Il congresso del PdL in programma per il Domenica 4 è stato rinviato di una settimana, all’11 marzo. A comunicarlo è proprio l’ex ministro che, attaverso una nota, fa sapere: «Come ho già avuto modo di spiegare nelle settimane scorse attraverso la stampa locale, ritengo essenziale che i congressi siano l’occasione per unire ed aggregare un Pdl lecchese che, da troppo tempo, si presenta invece diviso anche nei fatti da troppe posizioni in contrasto tra loro. Ma le questioni personali, se pur legittime, passano certamente in secondo piano di fronte a quello che ritengo debba essere l’unico interesse del nostro movimento: il suo radicamento ed il suo rafforzamento intorno al progetto politico del presidente Berlusconi. Il Pdl rappresenta la prima forza politica sul territorio e la fase due deve essere caratterizzata da una nuova stagione all’insegna della condivisione, per potere rispondere con sempre maggiore efficacia alle istanze che i lecchesi ci pongono, in particolare in questo momento difficile per il paese. Per queste ragioni, ritengo sia stata opportuna la scelta di rinviare il congresso provinciale al solo fine di garantire un supplemento di tempo alle varie anime che rappresentano il pdl locale, così che esse possano insieme arrivare alla condivisione di un percorso comune che rappresenta, ripeto, l’unica via possibile per riunire e rafforzare un partito che oggi, nei fatti, appare diviso e depotenziato. Sono certa che il senso di responsabilità prevarrà in tutti gli esponenti della politica locale, che ringrazio fin d’ora per il loro impegno».

Un colpo di scena preannunciato nelle scorse ore quando la Brambilla, di fronte all’imminente sconfitta che l’attendeva nel confronto con la lista che candidava Mauro Piazza al coordiamento provinciale, ha sfoderato tutta la sua influenza nei “piani alti” del partito perchè il congresso fosse rinviato, ed ha centrato l’obiettivo.

Durissimo il commento del Presidente della Provincia Daniele Nava: «Credo che la cosa che sta succendo si commenti da sè. Ci stavamo sedendo attorno al tavolo da gioco, e c’era qualcuno che sapeva che avrebbe perso. E quel qualcuno ha deciso di far saltare il banco. Ma non siamo al casinò, ma in un partito. Per noi la democrazia all’interno di un partito deve essere un dato di fatto. Ora il congresso verrà riconvocato l’11 marzo. Arriveremo a quel congresso più uniti e più forti di prima, e il giochetto di riviare il congresso si ritorcerà contro chi ha preso una decisone puerile e priva di senso. Se il congresso e’ stato rinviato perché qualcuno aveva paura di perdere, non e’ un problema, perderà ugualmente il giorno in cui si svolgerà».

Mentre il capogruppo in consiglio comunale Mauro Piazza, candidato alla segreteria dichiara: «Ovviamente non sono contento. Non per una questione personale, ma qui si è mancato di rispetto nei confronti degli amministratori, dei sostenitori e dei simpatizzanti».

Anche quello che era considerato il candidato vice coordinatore Antonio Pasquini è duro: «in venti anni di militanza ho fatto tanti congressi. Alcuni vinti, e altri li ho persi, Ma non mi sono mai sottratto al confronto. Se vogliamo costruire un partito dove gli iscritti scelgono la propria classe dirigent,e la prima regola da rispettare è la data di convocazione dei congressi. Un partito che ha la pretesa di essere il primo partito del paese non puo’ accettare simili diktat».

E la protesta della base del Pdl è febbrile anche in rete: in pochi minuti sul gruppo “PDL: verso il congresso provinciale di Lecco”, si sono scatenati i commenti dei sostenitori, inferociti dall’annuncio del rinvio, e protestano con lo slogan “votare il 4 marzo è un mio diritto”.

Ad esempio il consigliere comunale Giacomo Zamperini, arriva a minacciare le dimissioni: «Rinviare il congresso è davvero una vergogna. Per evitare il confronto congressuale si sposta la data e si cerca di togliere agli iscritti il loro sacrosanto diritto di scegliere chi deve traghettare il partito in questi tempi difficili. “Libertà” sembra essere destinata a rimanere solo di nome nel Pdl, almeno a Lecco. Ho deciso, qualora non dovessimo riuscire a celebrare il congresso il prima possibile, di riconsegnare la mia tessera del Pdl e, se necessario, di presentare le dimissioni dal gruppo Pdl in Consiglio Comunale a Lecco. Questo non è il partito che sognavo… Cacciamo via”nani e ballerine”».

Mentre Virginia Tentori, data nella lista brambilliana, commenta: «Io penso che il problema non sia una data, ma il principio di esclusione politica che ha condotto una parte nei confronti di alcuni…. E che ha generato questo casino».

Interviene anche l’Onorevole Massimo Corsaro, vice capogruppo del Pdl alla Camera dei Deputati, che in una nota fa sapere: «Il rinvio del congresso di Lecco rischia di essere più dirompente, per la credibilità del processo di coinvolgimento della base, di 1.000 tessere fasulle che comunque non potrebbero votare. Sconvocare un congresso già fissato solo perchè qualcuno piange per non essere riuscito a vincerlo prima a tavolino è l’esatto contrario del partito che vogliamo costruire e che, per fortuna, stiamo riuscendo ad affermare con la partecipazione di decine di migliaia di iscritti in tutta Italia. Auspico che il Segretario Alfano, vero artefice di questa splendida ondata di partecipazione, non esiti ad intervenire perchè anche a Lecco sia subito restituito il potere di scelta agli iscritti».