Nella notte mandellese gli ultimi freddi ‘cancellati’ dalle fiamme
Prima del falò, rumoroso corteo lungo le vie del paese. ‘Roghi’ anche a Olcio e Somana
MANDELLO – Tolle, latte e pentole per fare rumore, un fantoccio da bruciare e tanta voglia di salutare l’inverno: questi gli ingredienti che hanno caratterizzato il Ginèe di ieri sera, martedì, a Mandello, a cui ha partecipato una considerevole fetta di cittadinanza.
Il freddo non ha di certo scalfito la folla che si è unita in corteo per le vie del paese, capitanata proprio dal pupazzo rappresentazione del Ginèe, portato in spalla in modo che tutti potessero vederlo un’ultima volta, prima di dire addio anche per quest’anno al mese di gennaio e ai gelidi ‘giorni della merla’.
Dopo la rumorosa sfilata partita dalla Chiesa del Sacro Cuore e con destinazione Poncia, nell’alveo del fiume Meria il grande rogo ha preso vita, sotto lo sguardo di tutti i presenti radunati in cerchio e con l’accompagnamento in sottofondo dei cori “Brucia! Brucia! Brucia!” intonati dai bambini verso il manichino, adagiato qualche istante prima sulla pira dal Gruppo Amici della Protezione Civile, che ha peraltro presidiato la parata insieme alla Polizia Locale.
Quello in Poncia non è stato l’unico rogo mandellese: tradizione del Ginèe rispettata anche dalle frazioni di Somana e Olcio. Un tempo, stando alle testimonianze di coloro che hanno avuto modo di prendere parte a edizioni lontane, era consuetudine in ciascuna località accendere un falò, e addirittura nascevano ‘rivalità’ tra una borgata e l’altra, alimentate dal desiderio di riuscire a realizzare il fuoco più grande del paese. E anche se le usanze sono notevolmente cambiate, lo spirito del Ginèe continua ad attraversare il tempo, rimanendo intatto.