I consigli della Personal Shopper. Il Tailleur: quando e come

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Tailleur per tutte o solo per poche? Indossato tassativamente al lavoro o valida alternativa anche per occasioni speciali? Scopriamolo.

Nell’immaginario collettivo, una donna che sta andando al lavoro indossa un tailleur. Questo capo, oltre a donare classe ed autorevolezza, è particolarmente consigliato alla donna dinamica, che tra una riunione e l’altra, non vuole rinunciare alla praticità, restando comunque in ordine, offrendo un aspetto deciso e curato.

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Il modello base di tailleur, prevede una giacca a due o tre bottoni, quest’ultima è consigliata solo alle persone alte, ed una gonna o un pantalone dal taglio classico. Ci sono anche quelli a doppio petto ma, se non avete una figura magra meglio evitarlo.
Se le vostre gambe non sono lunghissime, scegliete una giacca che arrivi appena sotto le vostre le rotondità posteriori, altrimenti appariranno otticamente ancora più corte.

Tuttavia non è un capo d’abbigliamento che deve per forza essere indossato al lavoro… bastano infatti alcuni piccoli accorgimenti ed ecco che il Tailleur vi potrà accompagnare anche dopo il lavoro per un cocktail oppure una cena dopo l’ufficio.

Se non avete il tempo di andare a casa a cambiarvi, mettete nella vostra borsa da giorno una piccola pochette ed un paio di orecchini chandelier, tenete in macchina un paio di sandali con tacco alto da cambiare al volo subito dopo l’orario di lavoro, et voilà. Una volta sostituita la borsa ed indossati gli orecchini, il vostro outfit sarà diverso e sarete perfette per l’occasione, diversificando così l’evento sociale dalla riunione con il capo.

Se credete che il tailleur non faccia per voi e trovate che si addica solo a donne manager o rampanti carrieriste, un’alternativa valida potrebbe essere quello di abbinare un cardigan tricot (il capo più autorevole dopo la giacca), dello stesso colore dei pantaloni o della gonna, evitando naturalmente pizzi, trine merletti e trasparenze; andranno bene camicie di cotone o di seta, a patto che siano sobrie e sempre fresche di bucato. Nel business, seduzione e leziosità sono bandite, ma non la classe e la femminilità che devono essere sempre in primo piano.

Emporio-Armani-AW1415-2Come si è potuto intuire, il tailleur non è un capo conforme unicamente alla vita lavorativa ma è consigliato anche per altre occasioni più o meno impegnative, l’importante è scegliere sempre quello giusto.
Esistono versioni di tailleur elegantissimi per cerimonie ed eventi formali, durante le quali è sconsigliato indossare modelli rigorosi di colori scuri “business like”. Sono molto interessanti anche i tailleur ironici e molto glam per le più giovani da portare con disinvoltura.

Per non sbagliare nella scelta, quando si acquista un tailleur, è necessario che il tessuto sia di ottima qualità, a garanzia di eleganza, vestibilità e durata nel tempo. Un buon tailleur dovrebbe durare almeno 5 anni. Un tessuto sintetico con i riflessi lucidi e cangianti, tipico di tessuti cheap, non è sicuramente un buon investimento.

Il tipo di giacca più comune è il classico blazer, che vede le sue origini dal modello sartoriale creato per i giocatori di cricket (qualcuno sostiene per i canottieri) dell’Università di Cambridge alla fine dell’ottocento, con due tasche sotto la vita e un taschino in alto a sinistra, che originariamente serviva a tenere a portata di mano il fazzoletto da naso. Oggi il fazzoletto da taschino, nella moda maschile, è un accessorio ancora molto chic, non è riservato solo alle grandi occasioni ma anche alla vita di tutti i giorni, la sua funzione però è solo ed esclusivamente decorativo. Piccolo consiglio: mai indossarlo identico alla cravatta, è brutto!

 

DOVE E QUANDO NASCE IL TAILLEUR? –  Il tailleur viene rubato dall’armadio maschile in tempi relativamente recenti e, sia con la gonna che con il pantalone, guadagna una posizione importante tra i “must have”, i capi base del guardaroba della donna moderna.

Le sue origini risalgono alla fine dell’ottocento, Il primo a realizzarne uno per signora, fu il sarto inglese (all’epoca in Inghilterra si chiamavano appunto tailleur) John Redfern nel 1885, e non per una signora qualsiasi ma per sua Altezza la Principessa del Galles, che lo sfoggiava in occasioni informali tipo viaggi in treno o in nave e per le passeggiate mattutine. Questo nuovo abito fece subito tendenza.

Dopo la prima guerra mondiale, le mutate esigenze sociali, fanno sì che le donne comincino a cercarsi un lavoro e quindi, la necessità di vestire in maniera più confortevole e funzionale si fa sentire. Per far fronte a questa necessità pratica, gli abiti diventano più semplici, meno ampi ed ingombranti e le gonne cominciano ad accorciarsi.

 

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Un segno importante e decisivo, lo lascia la grande Coco Chanel, colei che ha inventato quasi tutto il guardaroba della donna moderna, rivisitando questo capo che più rappresentava l’eleganza quotidiana unita alla praticità. A causa delle privazioni del periodo bellico ( parliamo ancora della prima guerra mondiale) e della scarsità di materiali pregiati a disposizione di sarti e couturier, Mademoiselle Coco sperimenta abilmente e con enorme successo, l’utilizzo del jersey, materiale fino ad allora destinato alla confezione di biancheria intima, ma con un carattere morbido, pratico e particolarmente duttile.

Il successo non tarda ad arrivare, anche poco più tardi, negli anni 20, quando comincia ad adottare per le sue creazioni, il tweed, tessuto che era abitualmente usato per gli abiti maschili, decorandolo con galloni e passamanerie e, impreziosendolo con vistosi bottoni dorati.

Arrivarono poi le star di Hollywood ( perché la moda è sempre stata molto influenzata dall’arte , in particolar modo dal Cinema) ed ai tailleur squadrati e rigorosi indossati da Ingrid Bergman in “Casablanca”, si ispirarono sarte e sartine di tutto il mondo.

Un’icona di questa tendenza fu Marlene Dietrich, anticipando quella che fu un vero e proprio furore verso la metà degli anni 60, quando Yves Saint Laurent presentò il tailleur pantalone come alto esempio di raffinatezza e seduzione femminile.

Re Giorgio (Armani) all’inizio degli Anni ’80, diede il colpo di grazia, in senso positivo, al capo che oggi noi tutti indossiamo con disinvoltura, ritoccando le proporzioni, destrutturando completamente le giacche, cioè eliminando quasi tutti i componenti interni come tele e controfodere, che servivano a dare tono e rigidità al tessuto. Lo fece sia per i modelli da uomo che per quelli da donna, creando così il tailleur moderno, il simbolo Armani per eccellenza, capo oggi imprescindibile del nostro guardaroba.

Maria Cristina Giordano
Consulente d’Immagine e Personal Shopper

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