I consigli della Personal Shopper. La borsa: migliore amica della donna

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2.55 (Chanel)

Una borsa, grande o piccola che sia, è per elezione l’oggetto capace di contenere tutto il microcosmo di colei che la possiede, fino a diventare una mutevole estensione del proprio corpo. Coco Chanel diceva: “L’accessorio fa l’abito” e, come sempre, aveva ragione. La borsa giusta ha il potere di mettere in risalto la bellezza di un vestito, come una bella cornice che abbraccia un quadro d’autore, contrariamente, quella sbagliata farà sembrare dozzinale anche l’outfit più bello e costoso (potere conferito ancora più fortemente alle scarpe, ma di queste parleremo in un’altra puntata…) .

Se ne possiedono tante, di diversi colori e materiali, tuttavia non sempre le borse vengono portate o abbinate correttamente.

Andiamo per ordine: le borse grandi e capienti sono da portare esclusivamente di giorno, mattina e pomeriggio, durante giri di shopping , uscite per commissioni varie oppure da usare mentre si viaggia, quando è necessario tenere tutto a portata di mano.

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Bagonghi (Di Camerino)

Gli appuntamenti serali, cocktail, cene, spettacoli a teatro, richiedono borse piccole, come pochette più o meno sportive a seconda del look o clutch rigide se si tratta di vere e proprie serate di gala. Per le cene placée è addirittura permesso dal galateo, tenere la piccola e a volte molto preziosa minaudiere sul tavolo accanto a se, unica deroga concessa perché, come tutti sappiamo, mentre si mangia sul tavolo non deve essere appoggiato nulla di estraneo al cibo ed all’apparecchiatura, neanche il cellulare. Le borse da sera sono quelle che più di tutte sono rimaste indenni dalla tirannia della moda attraverso gli anni, rimanendo sempre fedeli alla loro identità. Se siete fortunate e ne possedete qualcuna, come un gioiello di famiglia ereditato dalla nonna, utilizzatela con il rispetto dovuto.

Attenzione agli eventi formali: Presentarsi con una qualsiasi borsa da giorno ad un matrimonio, peggio ancora se si tratta di una shopper, anche se griffatissima e costosa (non capisco perché molti pensano che se un oggetto è costoso, debba essere di diritto abilitato a tutte le occasioni), non è sicuramente indice di buon gusto e di eleganza. Semaforo rosso anche a borse stampate o con richiami animalier, nemmeno nel minimo dettaglio. Durante questi eventi, ad esempio per le cerimonie, le borse consigliate sono quelle di dimensioni ridotte, anche con manici, purché piccole ed eleganti, sono inoltre bandite quelle full logo, qualsiasi esso sia.

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Baguette (Fendi)

Resta inteso che la grandezza di una borsa deve essere di dimensioni proporzionate al fisico chi la porta. Se siete di statura media o bassa, evitate le maxi bag, specialmente se lucide e di colori sgargianti, vi faranno sembrare otticamente ancora più piccole fino a farvi sparire del tutto. Anche se siete molto alte dovrete fare attenzione alle scelte, uscire impugnando per i manici una micro borsetta, renderà sgraziata la vostra figura. Se appartenete alla categoria delle donne curvy, rotonde e burrose, evitate le borse di forma circolare, altrimenti fungeranno da amplificatore della vostra forma fisica.

LA IT BAG
È lo status symbol che si appende al braccio, alla spalla, oppure si porta in mano, come se fosse il trofeo dello stile da esibire. La It Bag è diventato l’oggetto modaiolo più ricercato. Non si tratta di una borsa qualunque ma bensì di un’ icona, dannatamente costosa. Ci sono donne disposte a spendere più soldi per una borsa che per un’automobile o una vacanza e vogliono che il mondo lo sappia. Esistono borse prodotte in edizione limitata che, se non si è dive del jet set o membri del fashion system, bisogna attenderle per lunghi mesi

Le prime furono le Louis Vuitton , in special modo la Speedy, il bauletto da passeggio realizzato con la storica tela monogrammata che porta le iniziali del fondatore ed il fiore stilizzato iscritto nel cerchio ispirato al japonisme, risalente addirittura al 1896. Fu la Bagonghi (termine desueto per definire i nani che lavoravano nei circhi) nel 1950, piccola e panciuta, di meraviglioso velluto pesante tessuto su antichi telai, creata da Giuliana Di Camerino e firmata con la R di sua figlia Roberta. Fu la 2.55 di Chanel, pensata già nel 1922 ma realizzata nel modello definitivo nel febbraio 1955 (data da cui prende il nome) con catena e pelle matelassè, diventata la borsetta borghese per antonomasia. Fu Hermes, con la Kelly nel 1955 e più tardi nel 1984 con la Birkin, che presero il nome rispettivamente dalla Principessa Grace di Monaco e dall’attrice Jean Birkin. Fu Gucci con la Bamboo nel 1960, bellissima borsa rigida da portare a mano, con il manico in legno di baboo ricurvo e con la Jakie datata 1955 il modello preferito dalla first Lady e grande icona di stile Jaqueline Kennedy.

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Mombasa (Yves Saint Laurent)

Nella seconda metà degli anni 80 arrivò Prada, con il mitico zainetto di nylon, e fu la prima it bag industriale che pur essendo prodotta in grandi serie, mantenne un prezzo di tutto rispetto.

All’inizio i marchi erano più o meno questi, in seguito, con il sopravvento dei grandi nomi e del concetto di visibilmente costoso, quando le firme venivano messe in bella mostra su qualsiasi capo o accessorio, se ne aggiunsero molti altri.

Alla fine degli anni 90 Silvia Venturini Fendi per il Brand di famiglia, inventa la Baguette, la borsa con il manico corto da portare sotto l’ascella, pressappoco come fanno i nostri cugini d’oltralpe con i loro filoni di pane, e divenne subito un “must”. Da allora, di questa piccola borsa a battente, chiusa con il logo in metallo della Maison, ne sono state realizzate più di 1000 versioni, decorate da grandi artisti e personaggi del cinema, tra le quali Sara Jessica Parker, incontrastata eroina fashion newyorkese nel serial Sex And The City. Dior e Tod’s dedicano il oro pezzo iconico alla stessa donna, Sua Altezza Lady Diana, che dopo il divorzio dal marito allora erede al Trono di Inghilterra, subisce un’ incredibile metamorfosi, diventando uno squisito riferimento in fatto di classe. Negli stessi anni Yves Saint Laurent presenta la Mombasa, borsa modello hobo, da portare a spalla, con il manico in osso e argento

L’esplosione vera e propria delle borse griffate a tutti i costi (costi quel che costi…..) avvenne nella seconda metà negli anni 00, quando tutti gli stilisti vollero dire la propria e le donne erano stanche delle solite scelte.

Molti sono i nomi illustri che in questo periodo presentano il loro pezzo forte di alta pelletteria, ricordiamo tra tanti: Valentino, Chloè, Balenciaga, Versace, Ferragamo. La pelle intrecciata di Bottega Veneta, diventa un vero proprio marchio di riconoscimento, simbolo di gusto, raffinatezza ed attenzione per i dettagli, di pellami pregiati e lavorazioni sofisticate.

Il geniale Marc Jacobs presenta per Louis Vuitton borse e portafogli one shot, decorando con fiori, ciliegie ed altri disegni marcatamente pop, il famigerato super classico ed ormai storico Monogram.

Una delle ultime proposte in ordine di tempo, risale all’inverno 2010, ed è quella di Stella McCartney, la sua Falabella, dal nome di una razza di pony argentini, è sportiva ed ecofriendly, i materiali utilizzati sono organici di derivazione vegetale, lo è per una questione di scelte di vita perché la blasonata famiglia McCartney è vegana da sempre.

Scegliete la vostra borsa con gusto ed occhio attento, meglio spendere un pochino di denaro in più ed avere in cambio un prodotto di qualità e durevole nel tempo.

Non lasciatevi tentare dalle contraffazioni, portandole sarà come svalutare voi stesse e, ricordate che anche le migliori imitazioni sono riconoscibili. Diffidate dai canali non convenzionali di vendita, che promettono borse griffate a prezzi molto bassi, nel 99,9% dei casi sono dei falsi. Meglio un oggetto anonimo ma di carattere che uno spudoratamente falso.

Si dice che la borsa racconti molto di una donna, ma forse dice solo quello che lei vuol far sapere di se.

Maria Cristina Giordano
Consulente d’Immagine e Personal Shopper

info@mariacristinagiordano.it
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