Incontro tra sindaci e ATS sui ritardi nell’apertura dei punti vaccinali per gli over 80
Per ora nessuna nuova apertura sul territorio. Mancano infermieri
LECCO – C’è un problema legato alle dosi di vaccino disponibili, ma c’è soprattutto la questione di operatori sanitari da impiegare nei presidi che, al momento, sarebbero carenti nei numeri e questo complicherebbe l’organizzazione del servizio: è quanto emerso nell’incontro che si è svolto ieri, in teleconferenza, tra i rappresentanti dei sindaci e i vertici di ATS Brianza.
Dal 24 febbraio si attende la graduale apertura di centri per le vaccinazioni degli over80 dislocati sul territorio (sul lago, in Brianza e nell’hinterland del capoluogo) ma al momento l’unico in attività è quello di Introbio, in Valsassina.
“Ancora nulla di fatto – racconta Flavio Polano, primo cittadino di Malgrate e presidente della conferenza dei sindaci in ATS – ci hanno spiegato di avere una decina di opzioni sul tavolo, le stesse che avevo raccolto io stesso dalle amministrazioni comuni e alcune proposte di altri sindaci. Le stanno valutando ma ancora non c’è stata una decisione. Noi li abbiamo sollecitati a chiudere questa fase. Se è pur vero che non ci sono ancora tanti vaccini, è altrettanto vero che non possiamo continuare la campagna vaccinale solo con gli ospedali di Lecco e Merate e con il presidio di Introbio”.
La difficoltà non starebbe nella ricerca di strutture idonee, decisamente abbondanti nelle proposte dei comuni. “La complicazione in questo momento sembra essere il reperimento del personale – spiega Polano – ai presidi dovranno essere impiegati medici, infermieri e amministrativi. Da parte dei medici di base c’è stata una buona risposta, più complicato è invece avere a disposizione personale infermieristico. Quello in forze alle strutture sanitarie sta già svolgendo turni pesanti, con la ripresa dei casi di Covid e i conseguenti ricoveri in aumento negli ospedali. Vanno reperiti altri operatori, il tema vero ora credo sia quello”.
Nella giornata di oggi è prevista una riunione tra ATS e le cooperativa dei medici per cercare di definire l’organizzazione del servizio.
Dell’Ats Brianza fa parte anche l’area di Monza dove la situazione sarebbe in parte diversa rispetto a quanto accade nel lecchese: “Hanno più ospedali dove si effettuano le vaccinazioni, quindi utilizzando il personale già al lavoro nelle strutture – spiega Polano – c’è da sottolineare però che loro hanno il doppio dei nostri anziani da vaccinare, circa 50 mila rispetto ai 24 mila over 80 lecchesi”.