Istituite zone arancioni rafforzate in provincia di Brescia, sette comuni bergamaschi e uno a Cremona
Regione concentrerà le vaccinazioni nelle zone più colpite
MILANO – Misure urgenti per fermare la nuova ondata del virus e le sue varianti: la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, è intervenuta oggi in Consiglio Regionale per annunciare la stretta decisa dal Pirellone insieme al Ministero della Salute per tentare di arginare i contagi nelle zone più colpite.
La nuova emergenza è in provincia di Brescia e nei dintorni dove i casi si stanno moltiplicando in modo esponenziale, con un’incidenza doppia rispetto ad altri territori, e dove gli ospedali sono in sofferenza. Per questo in provincia di Brescia e in sette comuni bergamaschi (Viadanica, Predore San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro e Gandosso) confinanti e Soncino in provincia di Cremona sarà istituita una zona arancione “rafforzata” con la chiusura delle scuole e degli asili, delle università e il divieto di spostarsi verso seconde case.
Non solo: Regione Lombardia chiederà al Governo di poter utilizzare un’unica dose di vaccino o differire la somministrazione di sei mesi per i soggetti risultati positivi al Covid, in modo da avere più scorte per immunizzare più popolazione possibile e vuole concentrare nell’area più colpita, tra Bergamo e Brescia, il maggior numero di vaccinazioni.
“Come in una guerra il nemico si sposta, la nostra unica arma è il vaccino e dobbiamo saper ben dosare i nostri proiettili – ha detto Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia, intervenendo in aula.
Sono 120 mila i residenti nei comuni bergamaschi e bresciani che saranno interessati, da giovedì, a questo ulteriore sforzo di vaccinazioni. A loro si aggiungono gli abitanti delle micro zone rosse già istituite nei giorni scorsi, come quella di Bollate.
Bertolaso ha rassicurato che le vaccinazioni per gli over 80 continueranno comunque su tutto il territorio lombardo.