Caso Italcementi, Comuni al lavoro per lo studio epidemiologico sulle emissioni

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L’obiettivo è ottenere ulteriore documentazione per l’udienza al  Tar di Brescia prevista a dicembre

Comuni, Provincia di Lecco e Parco Adda Nord contestano l’autorizzazione concessa a Italcementi per portare da 30 a 110 tonnellate all’anno i rifiuti da bruciare al cementificio

ROBBIATE – “L’obiettivo prioritario e fondamentale di tutta questa nostra attività resta sempre lo stesso, cioè determinare con la massima precisione possibile l’entità dell’impatto delle emissioni del camino di Italcementi sulla popolazione del territorio, valutazione non svolta in maniera efficace durante tutte le fasi del procedimento attivato dalla Provincia di Bergamo, come da parere dei tecnici incaricati dagli enti che hanno sottoscritto il Protocollo di Intesa per l’effettuazione di questi approfondimenti”.

A parlare, con un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi, sono i sindaci dei Comuni di Cornate d’Adda, Imbersago, Merate, Paderno d’Adda, Robbiate, Solza, Verderio e gli amministratori della Provincia di Lecco e del Parco Adda Nord che hanno voluto informare sulle iniziative messe in campo contro l’autorizzazione, rilasciata dalla Provincia di Bergamo a Italcementi Spa, di aumentare da 30.000 a 110.000 tonnellate all’anno i rifiuti solidi non pericolosi (in sigla CSS) da bruciare nel ciclo produttivo del cementificio.

Da tempo uniti in un protocollo d’intesa per chiedere alle Ats e alla Provincia di Bergamo una integrazione e un approfondimento dello studio sanitario prodotto da Italcementi, Comuni, provincia di Lecco e Parco Adda Nord chiedo da tempo l’integrazione della documentazione, nel rispetto delle norme nazionali riguardanti la VIA, con uno studio che fotografasse una situazione ante-operam (quindi allo stato attuale) dell’impatto sanitario derivante dalle emissioni del camino del cementificio di Italcementi di Calusco d’Adda.

Richieste mai prese in considerazione tanto che, a seguito della chiusura, il 13 novembre 2023, del procedimento di revisione dell’Aia, con cui Italcementi è stata autorizzata a portare a 110.000 ton./anno i rifiuti solidi non pericolosi (in sigla CSS) da utilizzare nel cementifici, i Comuni e la Provincia di Lecco hanno depositato un ricorso presso il Tar di Brescia chiedendo l’annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo che hanno portato a questo via libera.

“Fin dalla fase del procedimento di VIA, i Comuni e gli Enti firmatari del Protocollo di Intesa si sono avvalsi della collaborazione di un epidemiologo di rilevanza nazionale e di un esperto biologo per valutare attentamente i risultati di questo studio prodotto da Italcementi S.p.A., i quali hanno evidenziato debolezze e carenze che non lo renderebbero adatto a supportare la conclusione positiva del procedimento” precisano i sindaci che, a fronte del mancato riscontro degli enti preposti a portare avanti le richieste di approfondimento, hanno deciso di svolgere in maniera autonoma uno studio epidemiologico atto a produrre gli approfondimenti richiesti.

“Ci siamo quindi attivati per richiedere a Ats Bergamo e a Ats Brianza i dati sanitari e tecnici necessari, ottenendo purtroppo un tacito diniego da parte delle Ats, che ha portato a presentare ricorso al tribunale amministrativo sia di Brescia che di Milano. La vicenda si è appena conclusa positivamente ottenendo il rilascio dei dati richiesti da parte delle agenzie di tutela della salute, che hanno ottemperato all’impegno prima dell’udienza di merito”.

Non solo. Gli amministratori del territorio hanno bussato alle porte anche di Arpa, dipartimento di Bergamo, per avere le mappe di ricaduta degli inquinanti emessi dallo stabilimento di Calusco d’Adda di Italcementi: “Siamo in attesa di un riscontro. Nel frattempo, i tecnici incaricati dai Comuni e dalla Provincia di Lecco, Dott. Fabrizio Bianchi e Dott. Stefano Scarselli, hanno indicato un percorso da seguire per strutturare lo studio sanitario richiesto e mai prodotto dagli enti di riferimento. Da sempre è stato richiesto, sia dalla popolazione che dagli enti sottoscrittori del Protocollo di Intesa, uno studio epidemiologico di tipo caso controllo per accertare gli eventuali impatti attuali di quanto fuoriesce dal camino di Italcementi sui residenti all’interno delle aree ove si hanno le ricadute degli inquinanti. Il dottor Bianchi Fabrizio ha indicato come prioritario un tipo di studio di più rapida esecuzione, ma comunque volto a correlare gli effetti delle ricadute dell’emissione del cementificio con eventuali impatti sanitari sulla popolazione”.

L’obiettivo è ottenere ulteriore documentazione in tempo utile per essere depositata agli atti dell’udienza prevista per il 18 dicembre 2024 presso il TAR per la Lombardia – Sezione di Brescia, in cui verrà discusso il ricorso dei Comuni e della Provincia di Lecco per l’annullamento delle determinazioni dirigenziali della Provincia di Bergamo che hanno autorizzato l’aumento dell’utilizzo di rifiuti solidi non pericolosi (CSS) nella linea di cottura del clinker della cementeria di Calusco d’Adda.