Beatrice Colli nella storia dell’arrampicata: nuovo titolo mondiale giovanile Speed

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Selfie dopo la premiazione per la neo campionessa del mondo Beatrice Colli
Selfie dopo la premiazione per la neo campionessa del mondo Beatrice Colli (foto Facebook International Federation of Sport Climbing)

Dopo il successo dell’anno scorso, la campionessa dei Ragni ha concesso il bis a Dallas

Un risultato insperato: nonostante una congestione che l’ha mandata al tappeto, si è rialzata e ha conquistato l’oro con le unghie

DALLAS (USA) – Un risultato storico, quasi insperato alla vigilia della competizione, ma che Beatrice Colli ha strappato con le unghie e con i denti, contro tutti e contro tutto. L’atleta lecchese (originaria di Colico) ha vinto la medaglia d’oro ai Campionati Mondiali Giovanili di arrampicata sportiva nella specialità Speed Under 20 a Dallas (Usa).

Nata e cresciuta in casa Ragni della Grignetta, da qualche mese veste la maglia delle Fiamme Oro di Moena, al suo fianco l’allenatore Fabio Palma che l’ha scoperta e, fin dal principio, ha capito e creduto nel suo enorme potenziale. Beatrice Colli, venerdì, ha scritto una nuova pagina che resterà nella storia dell’arrampicata sportiva italiana e mondiale diventando anche la prima atleta italiana a fare il bis mondiale (solo un anno fa, infatti, aveva vinto il mondiale Speed Under 18 in Russia).

“La sintesi delle intenzioni è di tanti allenamenti è che volevamo un bronzo al Campionato Europeo di Monaco, almeno la finale al Mondiale Giovanile Boulder e il podio a quello Speed, ma la sintesi della realtà è stata una borsite, un’infiltrazione e una congestione appena atterrata a Dallas, con due giorni stesa a letto e una qualifica Boulder in cui, a partire dal terzo dei sei problemi, non sapeva neppure dove si trovasse”.

Un frame dal video della premiazione di Beatrice Colli neo campionessa del mondo a Dallas
Un frame dal video della premiazione di Beatrice Colli neo campionessa del mondo a Dallas

E’ proprio l’allenatore Fabio Palma a raccontare le “catastrofiche” premesse con cui Beatrice Colli è arrivata alla vigilia della competizione iridata. Reduce da una borsite (è riuscita a gareggiare grazie a una infiltrazione), una decina di giorni fa è arrivata solo 9^ all’Europeo di Monaco dove puntava molto più in alto. Atterrata a Dallas, poi, è stata colpita da una congestione che l’ha messa letteralmente al tappeto. Bea era stata convocata sia per il mondiale Boulder che Speed, ma fino a poche ore prima della qualifica Boulder nessuno avrebbe scommesso che sarebbe riuscita a gareggiare perché non riusciva nemmeno a stare in piedi. Nonostante tutto ha onorato la competizione Boulder (un mezzo miracolo) fermandosi in semifinale.

“Meno di 48 ore dopo la semifinale Boulder, Bea ha affrontato le qualificazioni per la specialità Speed dove ha fatto segnare le sue prestazioni peggiori dell’anno qualificandosi come sesta – racconta Palma -. Poi, nonostante tutto, è riuscita a cambiare marcia con un filotto di tempi incredibili tra cui la splendida semifinale contro la tedesca Franziska Ritter, una delle più forti al mondo, dove ha fatto segnare uno splendido 7″53. E poi il capolavoro in finale. Il peggior agosto possibile, un vero incubo, si è chiuso con un bis mondiale!

Beatrice Colli con l'allenatore Fabio Palma
Beatrice Colli con l’allenatore Fabio Palma

In finale Beatrice Colli ha battuto la tedesca Nuria Brockfeld, vittima di un errore, mentre la lecchese ha chiuso con un crono di tutto rilievo: 7″77: “Dobbiamo ringraziare il politecnico di Lecco per le sedute di allenamento, anche nel mese di agosto, sulla nuova mezza parete Speed; Samu e Vera per la compagnia; la Asd Ragni per la palestra, Marco Ronchi per il miglior sostegno possibile e pluri-quotidiano da parte delle Fiamme Oro e lo staff della nazionale che a Dallas l’ha assistita – continua Palma -. Grazie anche alle tantissime persone che la seguono, contate moltissimo, il dottor Michele Sofia (grandioso per disponibilità e serenità nello spiegare pur nei suoi terrificanti impegni), Angelo Schiera per i mesi passati, Yuri per i “tips” atletici e naturalmente la sua famiglia che, anche se non è mai a casa, eccome se conta”.

Un risultato straordinario frutto del grandissimo carattere dell’arrampicatrice azzurra: “Non pensavo minimamente che lo sport agonistico potesse essere così tremendo e impegnativo – conclude-. Si intuisce cosa sia davvero, dalle tante battaglie mentali che si leggono fra le righe di dichiarazioni e avvenimenti non lineari. E’ grandiosa ma durissima la vita di chi si dedica anima e corpo allo sport. Non c’è un giorno normale e di quiete. Neppure uno. Io sono sempre stato uno incapace di stare fermo e tranquillo ma tutto questo é oltre qualunque cosa avessi vissuto. Pare che Bea, e io con lei, sia portata a questa continua inquietudine, Pessoa approverebbe”.