COLICO – “La Provincia di Lecco ha affrontato scrupolosamente il problema dei cinghiali, mettendo in atto una strategia condivisa dai comprensori di caccia, da un gruppo di tecnici esperti e dalla Regione Lombardia per il contenimento della specie in Valsassina, Valvarrone e Alto Lario. Lo ha fatto con impiego di risorse e con catture e abbattimenti selettivi, che stanno dando risultati significativi. Purtroppo, la presenza di questa specie, determinata per larga parte da immissioni illegali, è ormai una realtà difficilmente eliminabile”. Lo ha dichiarato l’assessore provinciale all’Ambiente, Carlo Signorelli.
“Il cinghiale non è normalmente aggressivo e rifugge l’uomo, tranne in rarissimi casi, soprattutto in presenza di femmine con prole – ha proseguito l’assessore – Molto più aggressive altre specie come il cigno o anche alcuni cani randagi, che talvolta purtroppo hanno anche provocato vittime. Ma nessuno ha mai pensato di aprire la caccia libera ai cani randagi come rimedio al problema. La ripetitiva e monotona teoria di un ex Consigliere provinciale – in riferimento ad alcune affermazioni del leghista Giovanni Pasquini – secondo cui l’apertura della caccia al cinghiale in quelle zone ancora a bassa densità risolverebbe il problema, è già stata più volte smentita con dati scientifici e paragoni inconfutabili, come quello con la limitrofa provincia di Como, dove ormai il fenomeno è fuori controllo, nonostante l’attività venatoria. Affermazioni come quelle dell’ex Consigliere rischiano solo di procurare allarmismi inutili e gravi danni per le attività turistiche ricettive”.
In caso di avvistamenti, l’assessore raccomanda di non avvicinarsi agli ungulati e di fare una segnalazione alla Polizia Provinciale (Tel. 0341/295254)”.