Piano Faunistico, gli ambientalisti meditano il ricorso al Tar

Tempo di lettura: 3 minuti
Attimi_Cervo_10
Foto Francesco Renzi

LECCO – Le associazioni Legambiente, WWF, Cros Varenna, Lac Lecco e Monte di Brianza tornano a ribadire in modo fermo e deciso di non essere per nulla d’accordo con la decisione presa del Presidente provinciale f.f. Stefano Simonetti alla scadenza del mandato di non approvare il Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Lecco, decisione avvallata dalla delibera del 7 ottobre scorso.

“Secondo il nostro parere, le motivazioni addotte per bocciare il PFV sono state mutuate, in linea di massima, da quelle espresse dai rappresentanti dei cacciatori nella terza e conclusiva Conferenza di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che si è tenuta il 30 giugno e precisamente: ai cacciatori non sono piaciute affatto le prescrizioni di modifica del Piano decretate a seguito della obbligatoria valutazione di Incidenza dalla Regione; prescrizioni che non sono eludibili e che, quindi, sono state, per forza, inserite nella proposta di PFV e i cacciatori hanno sollevato obiezioni in merito ai passaggi formali seguiti dall’amministrazione provinciale durante l’iter di redazione e di approvazione (sta scritto proprio così nella delibera!) della proposta di PFV”.

loghi_associazioni_ambientalisteLe cinque associazioni ricordano: “Il fatto grave è che una volta conclusa la Conferenza, l’allora assessore provinciale alla partita Carlo Signorelli, contro la prassi, decise di concedere ulteriori quindici giorni di tempo per presentare eventuali ulteriori osservazioni alla proposta di Piano. Così inusuale la procedura seguita dall’assessore che subito prendemmo carta e penna per esprimere, in primo luogo la nostra contrarietà per il metodo utilizzato ed in secondo luogo per mettere in guardia l’Amministrazione circa le possibili conseguenze legali cui sarebbe andata incontro se avesse accolto osservazioni pervenute fuori dai termini stabiliti. Riteniamo che la posizione da noi assunta sia improntata al buon senso ed in difesa del generale interesse pubblico; non possiamo accettare che un Ente pubblico persegua la difesa di interessi lobbistici quali quelli portati avanti dai cacciatori. Interessi questi ultimi che, come detto, non collimano con quelli più generali della gran parte della gente che, pensiamo, vorrebbe poter passeggiare senza correre il rischio di essere impallinata, come invece è recentemente successo anche nella nostra provincia a Premana”.

Quindi portano come esempio “La pretesa apertura di una nuova area di caccia a ridosso della ciclo/pedonale sull’Adda nel comune di Brivio, per fortuna bocciata dalla Regione”.

Dopodiché si chiedono: “Sarebbero queste le ‘attività venatorie tradizionalmente e legittimamente esercitate nel nostro 2 territorio’ che l’ex Presidente provinciale f.f., tra le altre, ha portato quale motivazione per non condividere e non approvare il PFV? – concludendo –  Per sapere cosa succederà ora del PFV e per spiegare la nostra posizione abbiamo chiesto un incontro al neo presidente Flavio Polano, senza tuttavia fare mistero che contro la decisione della precedente Amministrazione stiamo valutando di ricorrere, da un lato al TAR e dall’altro alla Corte dei Conti perché valuti se il comportamento dilatorio ed inconcludente della scaduta Giunta abbia provocato un danno erariale considerato che il personale dipendente ha lavorato ben sette anni per portare a termine la laboriosa e complessa proposta di PFV”.