Abbiamo molto più potenziale dentro di noi di quanto pensiamo
RUBRICA – In questo periodo di sospensione delle competizioni sportive vale la pena verificare e approfondire anche quanto sia fondamentale dare importanza all’allenamento mentale.
La programmazione, troppo spesso, non tiene conto di quanto le condizioni mentali incidano sulla performance e sulla possibilità di successo.
Capita praticamente a tutti di allenarsi con metodo, sacrifico e passione, ma poi arriva la gara e qualcosa non gira come vorremmo o come avevamo pensato e il rendimento non corrisponde affatto a quanto impegno abbiamo investito.
Personalmente ho visto giocatori fortissimi durante gli allenamenti in settimana, ma non in grado di essere calciatori veri in partita e lo stesso vale anche per altri atleti di diversi sport.
Mental coaching
Tim Gallwey, uno dei padri del coaching moderno, ha dedicato decenni di studi a questo tema sviluppando il concetto di inner game (gioco interiore) e facendo comprendere come l’atleta non è mai da solo, è sempre in compagnia di un dialogo interno che ha da dire su tutto, con interferenze sulle potenzialità.
“Prima di iniziare a sviluppare il principio del gioco interno nel 1970, ho potuto vedere nei miei studenti di tennis, così come in me stesso, che c’erano ostacoli mentali che interferivano con la nostra capacità di giocare al meglio . Allo stesso tempo, stavo cominciando a riconoscere che tutti noi abbiamo molto più potenziale dentro di noi di quanto pensiamo. Una volta che ho smesso di dare istruzioni tecniche e correggere i miei studenti in termini di giusto e sbagliato, le paure e i dubbi degli studenti sono diminuiti in modo significativo e hanno imparato più velocemente, con risultati migliori, si divertivano molto di più e non importava quale fosse il loro livello di gioco”. T.G.
L’ Inner game
L’apprendimento di abilità tecniche il cui fine ultimo è la performance, nasconde un gioco interiore continuo che ne influenza pesantemente il processo ed il risultato finale. Padroneggiare il proprio inner game, dunque, significa apprendere meglio, più velocemente e in modo piacevole.
La capacità di indirizzare consciamente la propria attenzione è la chiave di una performance eccellente, in quanto alimenta la nostra mente con le informazioni di cui ha bisogno e preclude la strada al manifestarsi di pensieri disfattisti oppure emozioni negative come la paura di sbagliare o di essere giudicati che portano la persona in uno stato d’animo che limita fortemente l’espressione del suo pieno potenziale.
L’inner game è un modo divertente per “distrarre il distrattore”, cioè distogliere la mente dai condizionamenti che naturalmente emergono di fronte ad ogni sfida.
La formula dell’inner game: Performance = potenzialità – interferenze
Il metodo di Tim Gallwey in super sintesi:
- Stabilisci l’aspetto che vuoi migliorare.
Scegli un punto di partenza rispetto a ciò che vuoi. L’importante è che tu lo definisca in modo chiaro e specifico. - Crea delle immagini mentali che ti mostrano mentre ottieni il risultato desiderato.
La mente inconscia non sa distinguere tra ciò che immagina e ciò che reale, proprio per questo la visualizzazione ti aiuterà a sviluppare maggiore confidenza e preparare la tua mente ad orientarsi verso il risultato desiderato. - Prendi in considerazione le nuove idee.
Ovvero: decidi di sperimentare strade diverse, tutte quelle che ti verranno in mente. Raccogliendo i feedback per comprendere se ti stai avvicinando o allontanando dal risultato che ti sei prefissato. - Ricorda il tuo scopo.
Trova ogni giorno il momento per ricordare perché vuoi ottenere proprio quel tuo risultato. Che cosa ti porterà quel risultato? Che tipo di persona ti farà diventare? Come migliorerà la tua vita dopo averlo raggiunto? Basta che trovi anche solo tre minuti ogni giorno per ricordare tutto questo; va bene anche mentre stai guidando o sei in fila alla posta. - Domandati sempre: “In che modo posso indirizzare i miei sforzi verso lo scopo?”
E ovviamente metti in pratica le risposte che ti dai.
In un mondo sempre più carico di stimoli e quindi di tante interferenze, è essenziale per raggiungere i risultati desiderati, avere un focus attento.
Ciò che trovo davvero interessante nel Coaching, è che chiunque può trovare in questa metodologia, degli strumenti concreti che lo aiutino a migliorarsi, potenziando notevolmente la possibilità di raggiungere gli obiettivi desiderati.
Prof. Marco Brusadelli
Dottore in Scienze motorie e sportive – Massoterapista
email: marco_brusadelli@hotmail.it
www.marcobrusadelli.it
Riceve per appuntamento presso:
Clinica In Salus, via Carlo Alberto 17/A, Lecco (LC)
Centro Sportivo Comunale “al Bione”, via Buozzi 34, Lecco (LC)
Manzoni Fitness Club Vicolo Giardino, 3 Milano (MI)
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