RUBRICA – Ben ritrovati, cari amici del buon vino italiano, è arrivata l’estate e nel contempo si sono allentate le misure restrittive anti-covid, quindi mi sento di pensare positivo immaginandovi in vacanza o alle prese con le classiche grigliate o altre occasioni conviviali per le quali si dovrà servire un buon vino rosso.
A tal proposito vorrei consigliarvi alcuni vini rossi particolarmente adatti alla stagione estiva ed alla cucina tipica del periodo.
A mio parere, il vino rosso ideale dovrà essere relativamente giovane, moderatamente alcoolico, vellutato e scorrevole , gradevolmente aromatico e fruttato e, perchè no, da bere anche dopo un paio d’ore di frigo.
Da evitare vini robusti, austeri, invecchiati e con una pronunciata astringenza, più indicati nelle stagioni più fresche e con i cibi complessi e sostanziosi.
La nostra martoriata, ma amatissima, Italia è talmente ricca di vitigni autoctoni dalle molteplici caratteristiche e peculiarità , che è davvero difficile non trovare il vino giusto anche quando fa caldo.
Avendo sospeso per alcuni mesi le mie innumerevoli degustazione collettive, ho avuto meno occasioni di assaggiare tanti vini, però quelli buoni me li ricordo comunque.
Il primo vino che mi viene in mente è il Ruchè di Castagnole Monferrato, una microscopica DOCG piemontese. Dal vitigno autoctono ruchè si ottiene un vino dai profumi complessi con particolari note fruttate, floreali e speziate.
Come abbinamento di territorio vedrei bene il Ruchè “tradizione” di Montalbera col classico vitello tonnato o con i peperoni ripieni.
Un’altro vitigno che recentemente è stato valorizzato anche in purezza è la corvina veronese, uva di prevalenza nel Bardolino e nella Valpolicella, gradevolmente fresco di acidità ma ben equilibrata da una discreta morbidezza. Proprio domenica scorsa, ad un buffet all’aperto, ho servito una corvina dell’Az. Zenato (aggiustata con un tocco di merlot) molto apprezzata da tutti anche perché servita fresca attorno ai 15/16°.
Passando ai Colli Orientali del Friuli i due protagonisti indiscussi sono pignolo e schioppettino (ribolla nera). Più elegante e complesso il primo, più fruttato ed immediato il secondo, notevoli ma un tantino costosi i due gioiellini di casa La Tunella: deliziosi entrambi.
Per quanto concerne il triveneto chiuderei con alcuni vini ottenuti dalle uve schiave (vernatsch) come il Lago di Caldaro o il Santa Maddalena, particolarmente adatti ai taglieri di salumi, in proposito ho un ottimo ricordo della schiava grigia (grauvernatsch) “Sonntaler” di Cantina Cortaccia.
Un’altro vino delizioso è il Lacrima di Morro d’Alba, vino rosso marchigiano fragrante e fruttato dall’omonimo vitigno. Vino di buona personalità che si sposa anche a ricette saporite della cucina marinara ed al fritto misto di mare.
Ottimi e convenienti i due Lacrima di Ciù Ciù e di Colonnara. Passando dal litorale adriatico a quello tirrenico mi ha colpito l’interpretazione che l’azienda laziale Casale del Giglio ha dato al vitigno cesanese col suo rosso “Matidia”. Vino moderno, equilibrato, sostanzioso quanto basta per accostarsi idealmente a carni e verdure alla griglia, spiedini, carni bianche allo spiedo e la mitica porchetta romanesca.
In Maremma stanno valorizzando anche il vitigno Cigliegiolo ma per ora mi sono limitato ad un paio di assaggi di vini semplici e dignitosi.
Un’altra regione che offre una buona gamma di vini rossi molto piacevoli è la Puglia. Proprio per le caratteristiche dei vitigni primitivo, negramaro e nero di Troia, attualmente si producono dei vini freschi, vellutati ed equilibrati, di buon corpo ma non eccessivamente alcoolici. Anche in questo caso, se serviti ad una temperatuta 14/15 °, hanno una buona facilità di beva e si adattano anche a diverse preparazioni della cucina marinara. Di recente ottime impressioni dal Salice Salentino Ten. S.Marzano e il Nero di Troia di Carpentiere.
L’ultima citazione arriva dalla Sicilia col vitigno frappato, con cui si ottiene anche il Cerasuolo di Vittoria, l’unica DOCG della regione. Vino molto intenso e profumato, con aromi di frutti rossi (fragola e ribes) lo vedo bene con i piatti a base di melanzane, come pasta alla Norma e parmigiana, che in Sicilia non mancano mai.
Non ho citato volutamente i vini briosi, come Barbera, Bonarda, Gutturnio e i vari Lambruschi, perché meriterebbero un discorso a parte, però qualche bottiglietta bella fresca, non ho vergogna ammetterlo, in estate me la bevo volentieri anch’io.
Assaggiare per credere
Roberto Beccaria
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