Lecco-Bergamo, delusi gli abitanti di Chiuso: “Scelta la soluzione più invasiva”

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Dopo la decisione del Commissario il timore è quello di dover affrontare anni da incubo

“Scelta la soluzione più invasiva, quella più problematica, indigesta per chi abita il territorio. Un disagio perpetuato per anni…”

LECCO – Il Comitato di Chiuso ha espresso tutta la sua delusione in seguito alla decisione del Commissario straordinario di Governo e Amministratore delegato della Società Infrastrutture Milano Cortina 2026 Luigivalerio Sant’Andrea. Gli abitanti sono preoccupati per i disagi che dovranno affrontare nei cinque anni (minimo) di lavori, senza contare che il rione già da troppo tempo presenta una vera e propria ferita con il cantiere avviato e lasciato abbandonato a se stesso ormai da anni.

Il Commissario ha optato per la Soluzione 1, quella più economica, che ricalca il tracciato del progetto originario. Il cantiere procederà con uno scavo mediante consolidamenti sub verticali, una tecnica che necessità di occupare temporaneamente terreni, sgomberare aree e demolire fabbricati, un problema che avrebbe il suo impatto soprattutto sulla città di Calolzio (costo stimato 230 milioni). I timori dei cittadini sono molteplici, tutti espressi al sindaco Mauro Gattinoni nella riunione del settembre scorso.

Luca Dossi, portavoce del comitato di Chiuso
Luca Dossi, portavoce del comitato di Chiuso

“Ci siamo presi un giorno per metabolizzare quanto deciso in merito alla Chiuso-Calolzio. Questo perché la decisione ci ha un attimo sorpreso, soprattutto nelle modalità – hanno commentato dal Comitato di Chiuso -. E’ stato chiesto un approfondimento condiviso, bello, molto democratico: civile! Accade però poi che la scelta ricada sulla soluzione più invasiva, quella più problematica, indigesta per chi abita il territorio, che prevede espropri e abbattimenti, oltre che un disagio perpetuato per anni, si dice minimo 5 cinque.
Beh, ci aspettavamo altro…”.

A livello di tempistiche, ci vorranno dai 18 mesi ai 2 anni per mettere a punto il progetto, mentre i lavori dureranno dai 4 ai 5 anni. La soluzione scelta prevede anche la creazione di un sito dello stoccaggio del materiale di scavo che renderebbe inutilizzabile metà del parcheggio del Bione (quello dove vengono allestite le giostre), aveva spiegato a suo tempo il sindaco, il che sarebbe un problema perché con i lavori del ponte tra Lecco e Pescate l’accesso al centro sportivo verrà spostato proprio dove c’è il campo 2, mentre il parcheggio davanti all’attuale ingresso non ci sarà più.

Gli abitanti del rione di Chiuso chiedono tutele, il timore più grande è che, con la riapertura del cantiere, ricomincino anni da incubo…