Grande partecipazione alla cerimonia per ricordare i caduti lecchesi a Fossoli
Il sindaco Gattinoni: “Dobbiamo comprendere le minacce per far si che tragedie simili non avvengano più”
LECCO – Grande emozione alla cerimonia tenutesi questa mattina, sabato 25 gennaio, in via Monsignor Moneta per la posa delle pietre d’inciampo dedicate ai caduti lecchesi a Fossoli: Franco Minonzio, Luigi Frigerio e Antonio Colombo. Tre giovani uccisi dopo essere stati deportati a Fossoli nel 1944. La prima pietra ad essere svelata è stata quella dedicata a Minonzio in via Monsignor Moneta 12 a Castello, mentre le altre due pietre sono state posate in corso San Michele del Carso 2 a Malavedo e in via Digione 14.
L’iniziativa si inserisce nel programma delle iniziative designate per celebrare il Giorno della Memoria del 27 gennaio. Presenti alla posa delle pietre d’inciampo diverse autorità tra cui il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, il vice prefetto Paola Cavalcanti, il presidente dell’Anpi provinciale di Lecco Enrico Avagnina e i rappresentanti della Fondazione Fossoli e di Aned – Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti.
A prendere la parola per primo è stato il primo cittadino di Lecco: “Ci tengo a ringraziare e salutare tutti voi qui presenti e in particolare i familiari dei nostri martiri caduti a Fossoli. Siamo qui insieme per celebrare tutte le vittime delle persecuzioni, tra cui tre nostri concittadini Franco Minonzio, Luigi Frigerio e Antonio Colombo. Già dallo scorso luglio abbiamo costruito un percorso per ricordare i nostri martiri che oggi ci porta qui. Le pietre d’inciampo sono un gesto simbolico che però vuole essere testimonianza di come tutti noi vogliamo incastonare i riferimenti valoriali più profondi nella nostra città”.
“Con questo percorso della memoria vogliamo completare quel tracciato iniziato dall’Amministrazione Brivio nel 2019. Oggi rispondiamo a un dovere civile ricordando i nostri caduti per dare memoria concreta di dove si radica la nostra democrazia. Inoltre, ci avviciniamo a questa ricorrenza con grande preoccupazione per quello che succede nel mondo, per questo abbiamo il dovere di monitorare i processi che portano a queste tragedie.”
“Dobbiamo pensare che quello che è accaduto e che sta accadendo non è solo opera di un singolo. Tali fatti hanno, infatti, coinvolto milioni di persone. Dobbiamo essere vigili, indagare e comprendere le minacce che allora come ora hanno portato alle conseguenze più tragiche nella storia dell’umanità. Il nostro dovere, dunque, è riaffermare la verità storica, conoscere e accogliere nel rispetto delle differenze. Dobbiamo supportare questo meccanismo senza che siamo gli altri a farlo, perché gli altri siamo noi. Per lo più questo impegno lo dobbiamo a tutti coloro che si sono sacrificati per noi”.
Enrico Avagnina di Anpi Lecco ha ricordato il perché delle pietre d’inciampo: “Sono dei simboli contro l’inciampo dell’indifferenza, ogni pietra è uno strumento per i cittadini e i giovani per conoscere la storia e il sacrificio che ci circonda. Anche qui vicino ai nostri luoghi quotidiani. Le pietre ci devono ricordare che qui, come in tanti luoghi in Europa, è stato possibile scegliere di opporsi al fascismo”.
“Non sono tradizionali monumenti ma, oggetti che chiamano ad un atto di memoria, di coscienza e conoscenza. Possiamo immaginare Franco Minonzio che partiva da questa casa arrivava alle Officine Badoni. Lungo questo percorso possiamo incontrare delle targhe, come quella del 7 marzo, quella dedicata a Emma Casati e il monumento ai caduti della resistenza. Un vero e proprio percorso da vivere e scoprire per non dimenticare mai ciò che è avvenuto”.
Significato anche l’intervento del vice prefetto di Lecco Paola Cavalcanti: “Bisogna distinguere tra ricordo e memoria, il ricordo è un richiamo al cuore ma pericolosamente sfuggente. Invece la memoria è più stabile, un processo razionale di costruzione di un’organizzazione intorno a quel che stato. Tutte le istituzioni devono perciò organizzarsi per attualizzare quel messaggio. Le società democratiche sono una conquista quotidiana e la democrazia è direttamente correlata al principio di uguaglianza”.
“Il nostro è un paese che continua a mutare con nuove persone che arrivano. Una società sempre più complessa in cui ci interroghiamo su dove sia l’umanità. Noi giuristi abbiamo un vantaggio di conoscere il diritto e il diritto si può spiegare con il principio della terzietà, ossia quell’esigenza che un terzo garantisca imparzialità tra due soli. Al fine di rappresentare l’esigenza di includere in una società dinamica come la nostra. Accogliere il diverso è un esigenza che richiama tutti noi al ruolo di sentinelle della democrazia”.
La posa delle pietre d’inciampo è stata allietata dall’accompagnamento musicale a cura degli studenti della Scuola Secondaria Statale di I grado “Don G. Ticozzi” e di Pilly e Manuela Cossa, Ranieri Fumagalli e Carlo Redi.