Cerimonia partecipata e sentita a cui hanno presenziato cittadini, rappresentanti dell’ANA e autorità
“Ricordiamo e trasmettiamo la gratitudine a questi sei uomini, morti per aver inseguito un ideale”
VARENNA – Numerose persone si sono riunite nella mattinata di oggi, domenica 19 gennaio alla Montagnetta di Fiumelatte per rendere omaggio ai partigiani di Rancio e del lago, barbaramente trucidati dalle brigate nere fasciste 80 anni fa.
La mattina dell’8 gennaio 1945, i fascisti delle brigate nere, simulando un attacco partigiano, costrinsero sei prigionieri a scendere dal camion che li stava portando a Como e li fucilarono. Le vittime di questa barbarie furono: Carlo Rusconi, nato nel 1920 a Vendrogno, Ambrogio Inverni “Lupo”, nato nel 1914 a Bellano, Domenico Pasut, nato nel 1922 a Mandello, Giuseppe Maggi “Beppe”, nato nel 1924 a Lecco, Virgilio Panzeri “Ciccio”, nato nel 1924 a Lecco e Carlo Bonacina, nato nel 1921 a Lecco.
La cerimonia, intensa e sentita, ha visto la partecipazione di numerose autorità, a partire dal vice prefetto, dott.ssa Marcella Nicoletti, e dai sindaci Mauro Manzoni di Varenna e Riccardo Fasoli di Mandello del Lario. Presenti anche i consiglieri comunali Franco Redaelli di Bellano e Alberto Anghileri di Lecco, i rappresentanti dell’ANPI Lario Orientale, Rancio e provinciale Lecco, le associazioni d’arma, nonché il comandante della Stazione Carabinieri di Bellano, maresciallo Gennaro Cassano, e il parroco di Varenna.
Tra i partecipanti, anche Eros e Nicos, nipoti di Domenico Pasut, uno dei partigiani uccisi. Erano presenti, infine, i rappresentanti dell’ANA di Varenna, dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Calolziocorte e delle associazioni dei Caduti e dispersi in guerra.
Nel ricordare i Partigiani, il rappresentante dell’ANPI ha sottolineato come la violenza e i disvalori seminati dal regime fascista durante il ventennio si fondassero su una distorta visione della convivenza umana, quella in cui si distinguevano tra “uomini” e “sottouomini”, tra “sommersi” e “salvati”, dove il diritto della forza prevaleva sulla forza del diritto.
“Il sacrificio di questi uomini ha contribuito alla nostra libertà – ricorda nel suo intervento il sindaco di Varenna Mauro Manzoni – che ciascuno di noi oggi può assaporare. Noi abbiamo il privilegio di poter ricordare e trasmettere la gratitudine a questi uomini e allo stesso tempo il compito di trasmettere i valori della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà ai giovani d’oggi”.
Il Sindaco di Varenna sottolinea: “Mi chiedo, quali sono i valori a cui la gente di oggi fa principalmente riferimento? Da quale speranza sono mossi gli uomini e le donne del nostro tempo? Per cosa sarebbero disposti oggi a dare la vita? Abbiamo un ideale che ci trascende e che dà senso alle nostre vite? Questi sei uomini uccisi ci rammentano sicuramente che le vite guidate da un ideale nobile come era il loro emanano una grande luce e rischiarano i nostri cammini, disseminati a volte di stanchezze, delusioni ed inciampi”.
Inoltre, aggiunge: “Le notti della Storia sono state innumerevoli e sono diventate, in alcune circostanze, tenebra fitta a causa della mancata vigilanza di molti di fronte a certi piccoli segni di barbarie che avanzavano sotto traccia nelle società e che non si sono voluti vedere e denunciare per tempo”.
Parole ribadite anche dal vice prefetto, dott.ssa Marcella Nicoletti, che ha sottolineato l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni i valori di libertà che, 80 anni fa, hanno ispirato l’azione dei partigiani.
Le celebrazioni per gli 80 anni dall’eccidio della Montagnetta di Fiumelatte sono iniziate sabato 18 gennaio, nella sala polifunzionale di Varenna, con l’evento “cantarResistenza”. Il laboratorio, che ha coinvolto 35 partecipanti tra valsassinesi e non, ha proposto un percorso di trasmissione di canti ed emozioni. Dopo le esibizioni a Pasturo, Barzio e Bellano, i canti sono stati utilizzati come strumento diretto e immediato di espressione, per ricordare la storia, la vita e le emozioni dei partigiani, arricchiti da letture delle poesie di David Maria Turoldo.
E la cerimonia di questa mattina si è conclusa con la lettura di una poesia di David Maria Turoldo da parte del sindaco di Varenna Manzoni dedicata ai combattenti della Resistenza, intitolata Ritorniamo ai giorni del rischio:
Torniamo ai giorni del rischio, quando tu salutavi a sera senza essere certo mai
di rivedere l’amico al mattino.
E i passi della ronda nazista dal selciato ti facevano eco dentro il cervello, nel nero silenzio della notte.
Torniamo a sperare come primavera torna
ogni anno a fiorire.
E i bimbi nascano ancora, profezia e segno
che Dio non s’è pentito.
Torniamo a credere
pur se le voci dai pergami persuadono a fatica
e altro vento spira
di più raffinata barbarie.
Torniamo all’amore,
pur se anche del familiare il dubbio ti morde,
e solitudine pare invalicabile…