RUBRICA – Carissimi lettori, bentrovati! Oggi vi propongo un argomento davvero particolare: andremo a raccontare alcuni fatti occorsi nel nella nostra deliziosa Lecco che fecero arrossire di vergogna i cittadini benpensanti… Vi ho incuriosito? Spero di sì!
Prima di raccontarvi cosa accadde cerchiamo di chiarire che cosa sia il senso del pudore: il termine deriva dal latino pudor -oris, derivato da pudere «sentir vergogna» ed il vocabolario lo definisce come “senso di riserbo, vergogna e disagio nei confronti di parole, allusioni, atti, comportamenti che riguardano la sfera sessuale”. Come ben sappiamo il senso del pudore varia col passare del tempo perciò cose che in un determinato periodo storico davano scandalo oggi potrebbero essere considerate “normali”.
Ma perchè vi racconto tutto questo? Perchè nel mese di maggio del 1901 il Teatro della Società Lecco fu, secondo le cronache del tempo, luogo di “turpitudine ed infamia” a causa della proiezione di un certo programma contenente “quanto di più ributtante si può trovare nella pornografia e nel vizio (…). Purtroppo dovemmo constatare, che nessuno di quelli, a cui sarebbe toccato di intervenire si commosse punto e la serata nera proprio nera di fatto ebbe luogo mercoledì sera. Fortunatamente i nostri concittadini, ad eccezione di un piccolissimo numero di…, si sono guardati bene dal partecipare alla nequizia”. Il cronista narra la vicenda “che torna a disonore della nostra educata e gentile città” con “senso di indignazione e di nausea” (tutti i virgolettati, anche quelli seguenti, sono tratti da “Domani avvenne. Cronache di vita lecchese dal 1882 al 1914”, a cura di Barbara Garavaglia).
Come se non bastasse, nel febbraio dell’anno successivo (1902) un altro cronista narra di essersi imbattuto in cartoline messe in vendita ed esposte al pubblico tali “da far vergognar ogni anima onesta-Non comprendono questi incoscienti diffonditori di corruzione il male che fanno? Non pensano al guasto del cuore e dei costumi, specialmente dei ragazzi e delle giovinette, che essi propagano?”.
Purtroppo non sappiamo di che cartoline si trattasse ma è facile immaginare che fossero immagini con allusioni sessuali più o meno manifeste; trovo particolarmente interessante il riferimento al “guasto del cuore” dei giovani, un riferimento quanto mai attuale se pensiamo a quante e a quali immagini sessualmente allusive sono sottoposti quotidianamente i nostri ragazzi e le nostre ragazze (e addirittura i nostri bambini!) senza che nessuno (o quasi) pensi più agli effetti deleteri che queste immagini producono e a quanto esse “guastino” il cuore al punto che anche oggi il cronista del 1902, catapultato qui e ora dalla macchina del tempo, forse si troverebbe nuovamente a dire: “Non comprendono questi incoscienti diffonditori di corruzione il male che fanno?”.
Giovanna Samà
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