(S)Punti di vista. L’omaggio di Davide alla mamma

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Lettera
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RUBRICA – Carissimi lettori, eccoci al nostro appuntamento del venerdì!
Negli ultimi tempi si è molto parlato e sparlato di “maternità” per questo oggi vi propongo, di comune accordo con lui, l’omaggio che il mio amico Davide ha reso alla mamma, Rota Anna, il giorno del suo funerale perché, da mamma, le sue parole mi hanno profondamente colpito e mi hanno ricordato qual’è il ruolo di un genitore.

“Semplicemente qualche parola per ricordare la mamma e quelli della sua generazione e come ci si comportava in questo Paese.
Si metteva su casa nel senso di famiglia, avendo ben chiaro cosa significasse tutto ciò, senza le assurde confusioni concettuali che oggi vanno di moda e senza troppi grilli per la testa prendendo sul serio la promessa “finchè morte non ci separi”.

Si aveva a cuore la cura del proprio paese perchè ci si assumeva la responsabilità della tutela del bene comune che, lo dice la parola stessa, riguarda tutti, ma proprio tutti.
Ci si guardava in faccia quando ci si incontrava per strada camminando con la testa diritta contemplando la bellezza del creato e delle opere degli uomini e delle donne di buona volontà che hanno costruito il nostro Paese con uno spirito di sacrificio encomiabile.

Si tiravano su i propri figli (e anche un pò quelli degli altri quando capitava, quando occorreva) alla vecchia maniera tenendo ben distinta la loro vita di bambini dalle beghe degli adulti che in nessun modo dovevano guastarne la spontanea innocenza.

I preti avevano una sola parrocchia per avere il tempo di seguire cristianamente le vicende umane e sociali delle famiglie con genitori ai quali in genere il lavoro non mancava mai e con i giovani che, tra scuola ed oratorio, trascorrevano con spensieratezza e gioia di vivere le loro giornate piene di occasioni di crescita.

Io mi domando quanto e cosa abbiamo fatto rimanere di tutto questo in Italia arrivati a questo punto?

Garlate è sempre stato un paese umano e tranquillo ed anche oggi fortunatamente lo considero un luogo vivibile ed è per questo che i miei genitori lo hanno scelto per tirar su la loro famiglia. Mia mamma era una persona schietta che non lasciava nulla al caso, una donna che dava del lei a tutti ma capace di conciliare una rigida educazione montanara con una tenera ed allegra confidenza che si esprimeva in qualche parola affettuosa, cristallina, divertente e significativa.

Ha vissuto interamente questo passaggio terreno in modo consapevole, fiero ed entusiasmante pur affrontando le molte difficoltà e fatiche della vita avendo un altissimo senso del dovere e riconoscendo l’importanza del rispetto delle regole che dovevano valere per tutti. Permeata da un senso di giustizia che non le consentiva di far finta di niente quando per strada vedeva qualcosa che non andava dal banale lampione od orologio ad un comportamento palesemente inappropriato di chicchessia. Lei chiamava in comune per avvisare (e non solo il suo) e poi controllava che la cosa fosse sistemata. Lei riprendeva con carismatica fermezza giovani e meno giovani ed era capace di farsi ascoltare, non era indifferente.

Tutto questo per dire cosa?
Grazie mamma per quello che ci hai dato, per quello che ci hai insegnato e per il modo in cui lo hai fatto. Grazie mamma per essere stata a volte così dura con noi ma sempre fortificante. Grazie mamma per avere predicato bene e razzolato meglio. Per quanto mi riguarda questa donna oggi nasce un’altra volta e lo fa dentro di me che l’ho amata in vita e stimata più di ogni altra persona al mondo di qualsiasi tempo e luogo da me conosciuta o semplicemente immaginata”.

Davide ringrazia sua mamma per ciò che gli ha dato, per ciò che gli ha insegnato e per il modo in cui l’ha fatto, la ringrazia per la sua “durezza fortificante” e per il suo esempio edificante e nel ringraziare sua mamma fornisce alcuni indicatori a noi genitori: il dare ai figli, un dare non materiale ma fatto di tempo, di principi, di stimoli, di riflessioni, di esperienze condivise… un dare che oggi giorno non è affatto scontato visti i ritmi ed i tempi della vita moderna; un altro indicatore è quello dell’insegnamento, insegnare ai propri figli cosa è giusto e cosa no, insegnare ad essere educati e magari, se ci scappa, anche gentili, a “non fare agli altri ciò che non vogliamo sia fatto a noi”; insegnare che certi comportamenti feriscono, offendono, mortificano… Davide ringrazia sua mamma anche per il modo in cui ha dato e ha insegnato ovvero con l’esempio e con “durezza fortificante”.

Davide esprime nei confronti di sua madre gratitudine, amore, stima esattamente ciò che un genitore, al termine della propria vita terrena, vorrebbe sentirsi riconoscere dai figli.
Grazie Davide e Anna per questa preziosa testimonianza!

Giovanna Samà

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