RUBRICA – Michail Botvinnik è stato il sesto Campione del mondo di scacchi. Nato nel 1911 a Kuokkala, oggi Repino, un paesino non lontano da San Pietroburgo da una famiglia di origini ebree da parte di madre. Iniziò a giocare verso i dodici anni dopo che il padre si era trasferito a San Pietroburgo con la famiglia. Di famiglia agiata la situazione cambiò con la rivoluzione e si ritrovò a vivere in povertà, ma riuscì a laurearsi in ingegneria elettrica e alternò le ricerche nel settore alla carriera scacchistica.
Si mise in mostra nel 1936 vincendo i tornei di Mosca e di Nottingham diventando uno dei più temuti giocatori del periodo. Dopo la scomparsa del quinto campione mondiale Aleksandr Alechin, la Fide organizzò nel 1948 un torneo individuale per assegnare il titolo di nuovo campione mondiale invitando i più forti giocatori in circolazione: Euwe, Keres, Smyslov, Botvinnik, Reshewsky e Fine che però rinunciò. Botvinnik vinse distanziando di 3 punti il secondo classificato (Smyslov) e divenne così il sesto Campione del Mondo di Scacchi dando così inizio a quella che fu definita poi la “Scuola Sovietica” che valorizzò le idee innovative della teoria ipermoderna.
Difese il titolo nel 1951 dall’attacco di David Bronstein pareggiando l’incontro, nal 1954 pareggiando anche con Vassily Smyslov da cui però fu sconfitto nel match del 1957. Avvalendosi però della norma che gli consentiva la rivincita nel corso di un anno si riprese il titolo nel 1958 per poi perderlo nel 1960 con Michail Tal, ma avvalendosi della norma già citata se lo riprese nel 1961 e lo mantenne fino al 1963 quando lo perse definitivamente contro Tigran Petrosjan. Bisogna però sottolineare che i vari tornei dei candidati per la sfida al titolo in quel periodo furono veramente cruenti per l’alto valore dei partecipanti.
Dopo la sconfitta con Petrosjan Botvinnik diradò di molto le sue partecipazioni ai tornei abbandonando la carriera agonistica, aprì una scuola di scacchi a Mosca e si dedicò all’insegnamento. Tra i suoi allievi ricordiamo Karpov, Kasparov, Jusupov e Kalifman solo per citare i più noti.
Nella sua carriera Botvinnik oltre ad aver vinto numerosi tornei fece parte dello squadrone sovietico per ben sei Olimpiadi vincendo sei medaglie d’oro come squadra e cinque individuali. Diede anche un notevole contributo alla teoria delle aperture con diverse varianti a suo nome. Per la sua metodologia nella preparazione agonistica, per l’approccio scientifico al gioco e per aver formato generazioni di Grandi Maestri è considerato il “Patriarca” della scuola sovietica. Negli anni settanta sfruttò anche la sua laurea in ingegneria elettrica dando un contributo allo sviluppo dei motori scacchistici che portarono alla realizzazione del primo programma chiamato “Pioniere”.
Bisogna riconoscere che Botvinnik fa parte della storia degli scacchi, in quanto grande campione, ma sopratutto perchè ha contribuito ad evolvere l’approccio al gioco aggiungendovi la preparazione fisica e agonistica con la considerazione che gli scacchi sono un vero e proprio sport.
Alcuni suoi libri famosi sono “Battaglie sulla scacchiera” e “Lavori critici e analitici” un opera in tre volumi. Morì a Mosca nel 1995. Io che ho avuto modo di conoscerlo di persona, alla conferenza dei Campioni Mondiali di Scacchi a Reggio Emilia nel 1992, ho il ricordo di una persona dall’aspetto mite ma che, quando parlava, esprimeva una forza interiore magnetica e coinvolgente tipica solo dei grandi personaggi.
Nel 1938 ebbe luogo uno dei più forti tornei della storia degli scacchi; la società radiofonica olandese AVRO fu l’organizzatrice e vi parteciparono i migliori scacchisti di quel periodo tra cui anche il Campione Mondiale Aleksandr Alechin. La competizione si svolse in maniera itinerante con la sede di gioco che si spostava nelle maggiori città olandesi. Nell’undicesimo turno si trovarono di fronte l’ex-Campione Mondiale il cubano Josè Raul Capablanca e l’astro emergente il talento russo Michail Botvinnik e la partita tra i due fu definita dallo stesso Botvinnik come il suo “capolavoro”. Vediamola con qualche piccolo commento:
Botvinnik-Capablanca Difesa Nimzo-Indiana (E49)
1.d4 Cf6 2.c4 e6 3.Cc3 Ab4 4.e3 siamo nella variante Rubinstein 4…d5 5.a3 Axc3+ 6.bxc3 c5 7.cxd5 exd5 8.Ad3 con una inversione di mosse siamo entrati nel sistema Botvinnik, uno dei cavalli di battaglia del giocatore russo 8…O-O 9.Ce2 b6 10.O-O Aa6 11.Axa6 Cxa6 12.Ab2 Dd7 13.a4 Tfe8 14.Dd3 c4 15.Dc2 Cb8 16.Tae1 Cc6 17.Cg3 Ca5 vedendo il pedone a4 attaccabile il cubano manovra il Cavallo per poterlo catturare, ma questa scelta gli costa molti tempi che Botvinnik sfrutterà per spingere i pedoni per poi attaccare 18,f3 Cb3 19.e4 Dxa4 20.e5 Cd7 21.Df2 g6? grave indebolimento 22.f4 f5 23.exf6 Cxf6 24.f5 Txe1 25.Txe1 Te8? 26.Te6! Txe6 27.fxe6 Rg7 28.Df4 De8 29.De5 De7? bisognava riportare in gioco l’altro Cavallo in a5, invece per paura dello scacco della Donna in c7 gioca istintivamente la mossa di Donna 30.Aa3! bellissimo sacrificio di deviazione della Donna che il nero deve accettare altrimenti entra in gioco anche l’Alfiere nero del bianco
30…Dxa3 31.Ch5+ altro bel sacrificio che scardina la difesa del Re nero 31…gxh5 32.Dg5+ Rf8 33.Dxf6+ Rg8 34.e7 Dc1+ il pedone in promozione non può essere fermato se non con il sacrificio della Regina e quindi Capablanca cerca lo scacco perpetuo 37.Rh4 De4+ 38.Rxh5 De2+ 39.Rh4 De4+ 40.g4 De1+ 41. Rh5 e il nero abbandona.
Nando Franceschetti
Delegato Coni Federazione Scacchistica Italiana(FSI) per la provincia di Lecco
Istruttore Federale di scacchi
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