(S)Punti di Vista. “Rooming in”: non generalizzare dopo il dramma di Roma

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mamma neonato PX

RUBRICA – Carissimi lettori, eccoci di nuovo insieme per il nostro appuntamento del venerdì; come sapete nella mia rubrica, per mia precisa volontà, evito di pronunciarmi esplicitamente su determinati temi ma questa volta lo ritengo doveroso: dopo la dolorosissima vicenda accaduta all’ospedale Pertini di Roma si è cominciato a parlare di “rooming in” in modo molto negativo; il “rooming in” è la possibilità che alcune strutture ospedaliere offrono alla mamma e al neonato di stare nella stessa stanza 24 ore su 24; questa possibilità non è concessa da tutti i reparti di maternità e a mio avviso, se praticata correttamente e in sicurezza, rappresenta una conquista importante per le neo mamme.

Chiaro che adesso siamo tutti scossi dalla drammaticità dell’evento, la Giustizia sta già facendo il suo corso per accertare eventuali responsabilità e negligenze, ma può valere la pena di non generalizzare e di contestualizzare.

Per questo ho deciso di condividere con voi qualcosa di molto personale, la mia esperienza in merito: ho partorito al Fatebenefratelli di Erba che è un “ospedale amico dei bambini” dove è possibile per le mamme che lo desiderino tenere con sé il bambino 24 ore su 24; allo stesso modo, in ogni momento, le mamme che hanno bisogno di riposare o di uno “stacco” possono affidare il neonato al nido.

Tenere il bambino con sé non è un obbligo, è una possibilità; il bambino resta nella stanza, nel letto con la mamma o nella culla trasparente; per me è stato importantissimo poter restare accanto a mia figlia fin dai primissimi istanti… sono scelte… non ce n’è una giusta e una sbagliata… per questo deve essere possibile scegliere, perché ogni persona è diversa e ogni mamma è unica e ha diritto di vivere la maternità secondo il proprio sentire… per questo ritengo utile lasciare la possibilità del “rooming in” se è un desiderio della neo mamma, se viene effettuato in condizioni di sicurezza e la mamma non viene abbandonata a sé stessa.

Questa pratica favorisce l’instaurarsi di un legame profondo fra mamma e figlio, tranquillizza il neonato, aiuta a prevenire la depressione post partum. Questi vantaggi sono emersi negli anni settanta in numerosi studi alla luce dei quali i reparti di maternità dapprima hanno reso i nidi accessibili alle mamme senza limiti di orario e poi hanno offerto la possibilità di tenere i bambini in stanza per tutto il tempo desiderato. Nido e “rooming in” possono coesistere ed è opportuno che lo facciano per consentire ad ogni mamma di poter scegliere, in ogni momento, la soluzione giusta per sé e per il proprio bambino.

Giovanna Samà


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